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Tecnologia e didattica: verso un futuro sostenibile e un nuovo modo di apprendere

Non esiste un solo aspetto della nostra vita che la pandemia non abbia cambiato completamente. Fra gli aspetti più preoccupanti della crisi, per esempio, c'è il fatto che negli ultimi due anni si sia perso terreno nella lotta al cambiamento climatico, all'estensione dei diritti umani, ai progetti per combattere fame e povertà e per portare istruzione e assistenza sanitaria alle popolazioni che non hanno accesso a questi servizi primari. E proprio il settore dell'istruzione e della è stato uno dei più colpiti da questa crisi pandemica, ma anche uno di quelli che hanno saputo identificare soluzioni alternative che hanno cambiato il modo di concepire gli insegnamenti.

Il boom dei corsi online

Come molte attività, infatti, la didattica di ogni livello si è spostata in un ambiente prevalentemente digitale per molto tempo. In molti casi, le istituzioni scolastiche e universitarie hanno faticato a garantire a tutti il livello di insegnamento necessario, mentre in altri, soprattutto negli ambiti della formazione volontaria, l'interesse per l'educazione è addirittura aumentato, con una vera e propria esplosione dei corsi online nelle discipline più disparate.

Un futuro sostenibile per la didattica: come cambia il modo di insegnare

Che cosa abbiamo imparato da quasi due anni di didattica a distanza, non solo nella scuola ma in tutti gli ambiti della formazione? Che le tecnologie sono un ingrediente fondamentale nella creazione di un ambiente che aiuti l'apprendimento, ma che pensare di usare il virtuale come surrogato del reale porterà sempre a risultati deludenti. Per contro, ipotizzare un utilizzo degli strumenti tecnologici che ne valorizzi l'unicità può aiutarci non solo a migliorare la didattica, ma anche a farlo in modo sostenibile, risparmiando risorse importanti come la carta e riducendo le emissioni legate agli spostamenti. E d'altra parte, come abbiamo visto nei settori della formazione professionale e tecnica, quando le possibilità di apprendere viene resa accessibile e l'offerta didattica è valida, la risposta è generalmente positiva.

Alla base, però, ci devono essere contenuti di assoluto valore: ciò che si offre online – lo abbiamo imparato dall'esperienza di migliaia di insegnanti e formatori – non può essere un surrogato di ciò che si farebbe dal vivo, ma deve essere un ventaglio di risorse che esaltino le possibilità dell'interazione mediata dalle tecnologie, invece di considerarla un mero ripiego. Per esempio, i contenuti devono essere adatti a essere consumati in intervalli di tempo più brevi, poiché l'apprendimento di fronte a uno schermo tende ad affaticare di più tanto la vista quanto la persona in generale, fisicamente e mentalmente. Allo stesso tempo, bisogna stimolare l'interazione sia online che offline, quando possibile, per evitare l'alienazione e la mancanza di confronto.

Non bisogna, quindi, pensare solo a ciò che si perde nell'apprendere online, ma anche a ciò che si guadagna grazie alla possibilità di gestire il tempo di apprendimento in modo più flessibile, adatto alle necessità di ogni studente. Insieme al modo di insegnare, naturalmente, deve cambiare anche il modo di valutare gli apprendimenti: laddove prima era necessaria un'esposizione delle proprie conoscenze, in forma orale o scritta, la didattica interattiva online permette di creare molteplici forme di applicazione di ciò che si è appreso.

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Scritto il 02-12-2021

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