Geco For School | Percorso di Green Education
Giovanni Riccobono è un libero professionista del settore energetico che mette a disposizione le proprie competenze per supportare i consumatori. Se dovessimo utilizzare un termine anglosassone, potremmo definirlo un Energy Problem Solver ovvero un risolutore di problemi energetici. Leggi la sua intervista su GECO For School!
L’idea di aiutare il prossimo è stata sempre dentro di me. Ricordo ancora quando da piccolo, fermo a semaforo con mia madre, chiedevo una monetina da lasciare al mendicante di turno. Con il passare degli anni questa, che definirei passione, è andata man mano aumentando sfociando in diversi settori prima nel settore socio-sanitario, poi in quello ambientale e infine nella tutela energetica dei consumatori.
Negli anni sono stato anche impegnato nell’organizzazione di diversi eventi, come Earth Day, la celebrazione della Giornata Mondiale della Biodiversità, con l’obiettivo di aumentare l’informazione e la consapevolezza dei cittadini, da più piccoli ai meno.
Come anticipato prima negli ultimi anni mi sono concentrato principalmente sulla tutela energetica, ovvero sul far valere i diritti dei consumatori in relazione al mondo dell’energia elettrica. Sembra un argomento lontano dall’ambiente, dal green o altro, ma in realtà credo che sia la base di partenza.
Da oltre 10 anni i consumatori finali si sono dovuti approcciare al concetto di mercato libero, mettendo in primo piano il possibile risparmio tra le varie offerte che il mercato offre, tralasciando invece la consapevolezza dei propri consumi e di conseguenza il risparmio energetico.
Il peso che i consumatori danno alla propria bolletta è espresso in euro, ma lo stesso è solamente una trasformazione dei consumi effettuati: dunque, venendo a mancare la consapevolezza sui propri consumi, sul proprio stile di vita si perde contezza del proprio impatto. E se ciò viene a mancare in relazione ai consumi, che possiamo dire sono il pane quotidiano, crediamo che oggi possa avvenire sulle emissioni di C02 rilasciate nell’ambiente?
Occorre un processo evolutivo nei consumatori finali, uno switch mentale che è la chiave per la corretta trasformazione da consumatore a prosumer, figura cardine nella transizione energetica.
Proprio per questo ho voluto dare il mio contributo con la scrittura di due libri in merito al rapporto dei consumatori con le proprie utenze, punto di partenza di tutto.
Una prova tangibile, ahimè, è stata proprio quella della pandemia dovuta al covid-19, che a seguito del lockdown ci ha costretto a stare diversi mesi rinchiusi nelle nostre case. Nonostante era evidente come trascorrere più tempi in casa equivaleva ad effettuare un consumo maggiore, non sono mancante le lamentele dei consumatori finali in merito al caro bolletta.
Un beneficio della pandemia, passatemi il termine, è stato un’accelerazione in merito alla digitalizzazione: tutto da un giorno all’altro si è spostato dal real all’online, senza chiederci come e perché, facendo adattare anche i più restii.
Spero vivamente che i postumi della pandemia possano dare quell’accelerazione anche nel settore energetico, aiutando a comprendere di come oggi il mantenimento della rete elettrica ha un costo e l’unica possibilità per risparmiare veramente è quella di incominciare ad autoprodursi l’energia, facendo del bene sia all’economia familiare, sia all’ambiente.
Questa situazione, purtroppo, ha una definizione ben precisa e prende il nome di povertà energetica, ovvero l'incapacità da parte di famiglie o individui di acquistare/avere accesso ad un minimo di beni e servizi energetici, con conseguenze sul loro benessere.
Un’adeguata illuminazione delle abitazioni, la possibilità di riscaldare o raffrescare i propri ambienti sono servizi essenziali necessari per garantire uno standard di vita adeguato e la salute dei cittadini e per facilitare l'inclusione sociale.
Oggi, il Rapporto annuale dell'Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE), stima che in Italia l'8,8% delle famiglie italiane è afflitto da questo fenomeno e con la fine dei lockdown, la conseguente ripresa dei consumi e con i record di temperature si è venuto a creare uno squilibrio tra produzione e consumo di energia, portando le quotazioni di energia elettrica e gas alle stelle. Questa situazione di certo non contribuirà a rallentare il fenomeno della povertà energetica e conseguentemente alla trasformazione da consumer a prosumer.
A mio avviso il comparto industriale, per quanto abbia potuto incassare anche esso i colpi pandemici, gioca un ruolo importante per farsi di spingere sull’acceleratore.
Oggi le famiglie non è che non vogliono acquistare elettrodomestici a basso consumo o installare un impianto fotovoltaico, il problema è che non hanno la disponibilità economica, nonostante l’utilizzo derivante da questi dispositivi permetterebbe loro di risparmiare e compensare la spesa, ma in un primo momento devono comunque affrontare una spesa, più o meno sostanziosa, e di conseguenza muore sul nascere l’idea di sostituire un elettrodomestico obsoleto, in termini di efficienza, o installare il proprio impianto solare.
Una delle soluzioni che il comporto industriale potrebbe mettere in atto è quella del noleggio operativo, ovvero la possibilità di avere sempre elettrodomestici ad alta efficienza dietro a piccoli canoni mensili.
È un po’ quello che è successo nel mercato degli smartphone, dove all’uscita di un nuovo modello l’utente finale ha la possibilità di aggiornarlo con quello nuovo, ricondizionando cosi i dispositivi più vecchi per dargli una nuova vita.
Scritto il 04-10-2021