Geco For School | Percorso di Green Education
Presidente Regionale del Distretto Produttivo Pugliese delle Energie Rinnovabili e dell’Efficienza Energetica “La Nuova Energia” e fondatore di due realtà green: Geatecno, azienda leader nel Sud Italia nel settore dell’industria e della green economy e di Plasmapps, eccellenza tecnologica italiana che si occupa di trattamento superficiale al plasma attraverso la nano-tecnologia green a plasma. Ecco chi è Beppe Bratta. Oggi lo intervistiamo a GECO FOR SCHOOL in un percorso che va dalle energie rinnovabili del futuro alla green education.
Il futuro delle rinnovabili in Italia è sicuramente positivo, sia per la ormai consolidata presa di coscienza da parte delle persone che il futuro deve essere “green” e sostenibile per la salvaguardia ambientale del territorio. Attualmente è conveniente economicamente investire nella green economy anche dal punto di vista industriale visto anche l’evoluzione tecnologica dell’ultimo decennio che ha reso molte tecnologie sostenibili anche senza incentivi. Il prossimo futuro delle rinnovabili, da ultimo sarà condizionato dalle risorse economiche che il Recovery Plan che l’Europa destinerà alla transizione energetica. Il “tema” in discussione non è il futuro della green economy per il prossimo decennio, ma i modelli di business che saranno implementati, in particolare se i modelli di business dettati anche dalle scelte della politica e regolatorie andranno a privilegiare poche grande Aziende o centinaia e miglia di Aziende e professionisti. Questa è la vera sfida.
Lo sviluppo dell’idrogeno verde probabilmente è la partita più importante per gli impatti economici che potrà avere. Ritengo che nel breve periodo sino al 2024 saranno realizzati solo grandi progetti con l’implementazione delle “idrogen valley” che saranno da volano per lo sviluppo di una filiera che coinvolga sia la parte di ricerca, sia la parte di industrializzazione e soprattutto la sostenibilità economica per la produzione oltre che la diffusione dei consumi diretti.
La vera scommessa non è tecnologica, ma regolatoria-normativa. Ormai ci sono alcune tecnologie, penso al solare fotovoltaico che sono sostenibili economicamente anche senza aiuti economici. Basterebbe liberare le fonti rinnovabili da tutta la burocrazia e i regolamenti definendo in maniera preventiva ciò che non è fattibile in maniera tale da dare certezza a chi vuole investire nel settore della green economy sia a livello industriale sia a livello di comunità. La sperimentazione delle comunità energetiche sino a 200 kwp per impianti solari fotovoltaici è la “strada” da percorrere dal punto di vista filosofico e di approccio, ma senza limitazioni burocratiche e con la libertà di prodursi l’energia di cui ogni persona ha bisogno anche in un luogo diverso da quello in cui si consuma. E’ lo stesso principio delle stanze di compensazione già attuato da decenni nel settore finanziario e petrolifero. Basterebbe che si replicasse lo stesso principio e lo sviluppo delle rinnovabili.
Certamente si creeranno opportunità di lavoro sia di carattere tecnico, ma anche di carattere sociale economico. Dipenderà dalla penetrazione e dall’impatto che i modelli di business per produzione ed utilizzo dell’energia avrà su tutte le persone. Se ci sarà un coinvolgimento democratico e diffuso delle persone ci sarà una economia circolare che creerà valore economico per le persone che conseguentemente cambieranno anche stili di vita.
L’obiettivo della mia Presidenza e di tutta l’autorevole “squadra” che dirigerà nei prossimi cinque anni il Distretto Produttivo regionale Pugliese della green economy sarà di contribuire fattivamente allo sviluppo della green economy pugliese, salvaguardando la tutela del territorio e lo sviluppo delle aziende “local” grandi, medie e piccole, che dovranno interagire anche in ottica di filiera” .
Per tentare di evitare gli effetti più catastrofici del riscaldamento globale, dobbiamo raddoppiare entro il 2050 la produzione elettrica da rinnovabili e, per certe fonti come il fotovoltaico, addirittura decuplicarla. Sarà dunque inevitabile pensare a come integrare i grandi impianti a energia pulita in un territorio prezioso come quello pugliese. Le soluzioni ci sono, a partire da quelle per far convivere solare a terra e agricoltura, ma più che la battaglia dei costi, ormai vinta, l’ulteriore sfida per la nostra regione sarà riuscire a inserirle nel paesaggio.
Ho accolto l’invito a far parte del comitato scientifico, in quanto ritengo che l’esperienza acquisita di oltre vent’anni in prima linea nella green economy possa dare un contributo di visione per i prossimi anni partendo dal pragmatismo dell’impresa da trasmettere in maniera tangibile alle future generazioni per far comprendere che la green economy e la sostenibilità non è solo una questione di immagine e sensibilità ambientale, ma può essere futuro lavorativo delle future generazioni.
Scritto il 17-05-2021