GECO FOR SCHOOL

Intervista a Dino Junior Di Cicco

Professionista di Waste Management (Gestione dei rifiuti) abbracciando il mondo degli sviluppi ECO-sostenibili e della Circular & Green Economy che si conclude con l’acquisizione della conoscenza, di come, dove, quando e perché un rifiuto finisce la sua vita, con il termine inglese ‘’Waste End ’’

Nel 2017 assume la qualifica di Project Manager, attestato da una UNI ISO:21500 rilasciata dall’ Istituto Italiano Project Management (ISIPM) completando il percorso di manager nel mondo dei rifiuti.

Il 2 Agosto 2018 diventa Presidente della prima Associazione Internazionale dei Waste Manager denominata ASSIWAMA.

Insomma, Dino Junior Di Cicco è un Waste Manager che GECO FOR SCHOOL non poteva perdersi di intervistare!

 

 

 

Raccontaci la figura del Waste Manager: chi è, di cosa si occupa, che competenze deve avere e perché è importante?

Il Waste Manager è una figura professionale specializzata che opera prevalentemente nel panorama aziendale delle PMI e vede tra i propri compiti principali l’analisi, il monitoraggio e l’ottimizzazione dei costi di gestione & smaltimento dei rifiuti garantendo che le aziende rispettino gli standard normativi.

Parte dell’attività del Waste Manager consta nella corretta gestione di tutti i rifiuti speciali, urbani, solidi, liquidi, pericolosi e non pericolosi presso le sedi dei clienti attraverso l’utilizzo di sistemi innovativi che permettono di gestire gli scarti secondo procedure che puntano al completo reimpiego degli stessi. Per questo al Waste Manager è richiesta un’ampia conoscenza delle norme e una vera competenza nella loro applicazione pratica, anche alla luce del recepimento delle Direttive “Circular Economy”.

È evidente quanto la gestione dei rifiuti necessiti di formazione approfondita, autorevole e puntuale non solo per evitare le pesanti conseguenze in termini di sanzioni e responsabilità previste nel settore, ma ancor più per cogliere le opportunità di una disciplina in continuo aggiornamento ed evoluzione.


Che impatto ha il Waste Management sul successo e sui costi di un’impresa?

La gestione dei rifiuti è divenuta sempre più strategica in tutti i paesi, non solo sul piano ambientale ma anche in ambito industriale ed economico. È noto che negli ultimi anni diversi sono stati gli interventi normativi recepiti dalle aziende, derivati da nuove esigenze di mercato, legate alla sostenibilità e alla razionalizzazione delle risorse materiali

Il settore dei rifiuti urbani costituisce, d’altra parte, una realtà economica e industriale rilevante per questo si rende ancor più necessario che, suddetta trasformazione, sia guidata da nuove professionalità dotate di formazione specifica e che possano condurre l’azienda nella transizione verso modelli più sostenibili, efficienti e competitivi sul mercato.

Dobbiamo però immaginare che una azienda possa non avere queste competenze al proprio interno ed ecco che viene in soccorso una figura o ad una società esterna specializzata, che le aziende tendono appunto ad esternalizzare o integrandola con HSE Manager. Ecco che così è possibile ottenere un buon margine di risparmio in quanto il servizio non ha gli stessi costi di una o più assunzioni. Ciò avviene con le stesse modalità di un Responsabile Tecnico iscritto all’Albo Gestori Ambientali che esercita in libera professione. Perché ricordiamo che il Waste Manager può svolgere la sua attività come libero professionista per più aziende contemporaneamente aprendo la Partita IVA.

 

Il tema della gestione dei rifiuti industriali in Italia è particolarmente delicato e spesso è stato al centro di illeciti anche molto gravi. Quanto è diffusa fra le aziende italiane la consapevolezza dell’importanza di un Waste Management accurato ed efficace? E cosa si può fare per sensibilizzare su questo tema?

L’Ecomafia, termine con il quale si indicano quei settori della criminalità organizzata che hanno scelto il traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti, pare davvero non arrestarsi nè conoscere crisi nel nostro Paese tanto che, negli ultimi due anni, i reati contro l’ambiente sono aumentati: 34.648 quelli accertati. Gli ecocriminali sono attivi in tutte le filiere: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell’economia circolare.

Da capogiro il business potenziale complessivo dell’ecomafia che dal 1995 a oggi ha toccato quota 419,2 mld.

Questi dati ci confermano l’importanza per le aziende di possedere professionisti del settore al fine di monitorare i processi riguardanti la gestione e lo smaltimento di rifiuti.

Occorre creare percorsi professionali mirati che permettano di formarsi in tale ambito che sarà nel prossimo futuro strategico per aziende pubbliche e private.

Gli indirizzi normativi europei e nazionali stanno orientando sempre più le politiche e i processi verso un percorso che educhi i cittadini e le istituzioni a forme di prevenzione sui rifiuti e ancor più ad instaurare percorsi che incentivino il riutilizzo di beni altrimenti destinati allo smaltimento. Ma questo non sarà possibile se, ad ogni livello, ci si doti di professionisti capaci di guidare tali processi.

 

Quali sono le innovazioni più interessanti che vedremo in questo settore nel prossimo futuro?

Siamo già nel futuro me lo lasci dire.

La crisi pandemica ha prodotto, in termini positivi, un importante avanzamento nel Paese in riferimento ai temi ambientali basti pensare alle norme in tema di sostenibilità previste dal New Green Deal europeo.

Sarà fondamentale per le aziende dal un lato riuscire ad adattarsi ai nuovi modelli di business “green” e dall’altro investire i fondi previsti dal Next Generation EU in politiche volte a facilitare la transizione ecologica.

Il progresso tecnologico sarà davvero centrale nel rinnovamento generale del parco impianti del settore del Waste Management.  Per il trattamento della frazione organica, si stanno sviluppando nuovi impianti capaci di produrre anche biocarburanti di qualità sempre migliori e nuovi materiali come, ad esempio, le bioplastiche prodotte a partire dalle biomasse. 

Le risorse a disposizione non sono infinite è necessario per questo aderire ad un sistema di produzione che consenta di prendere una materia e continuare ad utilizzarla, trasformandola.

La rilevanza che assumerà questa nuova professione sarà centrale se si pensa che Legambiente ha stimato come una rigorosa applicazione dell’attuale legislazione sui rifiuti farà crescere nei prossimi anni i posti di lavoro di circa quattrocento mila unità.

 


Nell’ambito di Geco For School, il percorso didattico formativo che abbiamo ideato rivolto alle scuole superiori, qual è il suo suggerimento per coinvolgere i ragazzi sulle tematiche di cui si occupa?

La formazione rappresenta momento fondamentale per creare consapevolezza e sensibilizzare le nuove generazioni sul tema della sostenibilità. Geco For School, è esempio virtuoso in tal senso.

La sinergia constante tra le agenzie educative ed il mondo del lavoro tramite aziende sponsor, enti sociali ed Università è l’aspetto che, a mio avviso, rappresenta il maggior valore.

Instillare nei giovani, attraverso percorsi pratici, la centralità nel presente e nel futuro rispetto le tematiche riguardanti: energie rinnovabilieco-foodmobilità greeneconomia circolare e turismo sostenibile è di centrale importanza.

È in tal senso centrale, per coinvolgere i ragazzi, rendere concreto l’impatto che hanno ed avranno nel prossimo futuro le scelte orientate alla sostenibilità per la comunità tutta e per il nostro Pianeta.

Nutro enorme fiducia nei nostri giovani che hanno mostrato con le tante mobilitazioni globali a tutela dell’ambiente, basti pensare al Fridays for future, di avere ben chiara l’importanza dei temi legati alla sostenibilità. Percorsi come Geco For School raccolgono tale fermento permettendo ai giovani di comprendere quanto le loro scelte di oggi e di domani n Pianeta eco e green.

Scritto il 26-07-2021

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