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Intervista a Silvio Seno

Professore Ordinario di Geologia strutturale all’Università degli Studi di Pavia e Direttore dell’Istituto Scienze della Terra della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana. È stato Presidente della Federazione Italiana di Scienze della Terra. Da anni si occupa di divulgazione scientifica, dedicandosi soprattutto a valorizzare il patrimonio geologico e sensibilizzare sul tema della protezione delle risorse naturali: acqua, paesaggio, suolo.

 

Che cos’è la Settimana del Pianeta Terra?

È il Festival scientifico nazionale delle Geoscienze, dedicato a far conoscere al grande pubblico l’Italia attraverso il suo straordinario patrimonio geologico, ambientale e naturalistico e a comprendere la delicatezza e la necessità di protezione dell’ambiente. Il Festival si anima grazie ai “Geoeventi”: escursioni, passeggiate nei centri urbani e storici, visite in musei, centri di ricerca e osservatori, laboratori didattici e sperimentali, esposizioni, conferenze, convegni, spettacoli, degustazioni che si svolgono in tutta Italia. Ce n’è per tutti i gusti e le età.

 

Tra gli obiettivi della manifestazione c’è sicuramente il trasmettere una maggiore consapevolezza nei confronti del patrimonio ambientale del nostro Paese e anche il promuovere forme di tutela e attenzione che si traducono in un turismo più sostenibile, anche detto turismo lento. Che cos’è? Cosa c’entra con la Settimana del Pianeta Terra?

Turismo lento è vivere un'esperienza che porta ad interagire con le comunità ospitanti, valorizzare le particolarità del territorio, minimizzare l'impatto ambientale, scoprire e promuovere i prodotti locali, spostarsi in modo sostenibile.  È approfittare di una visita per immergersi, con lentezza, nelle mille sfaccettature di un intero territorio. Con i Geoeventi vorremmo anche contribuire alle economie dei territori che sono fuori dalle grandi traiettorie del turismo.

 

Da professore universitario di Geologia come definirebbe la professione del geologo? Cosa c’entra con la nostra vita di tutti i giorni?

Il geologo osserva e studia il Pianeta Terra per ricostruirne la storia: un passaggio indispensabile per interpretare ciò che accade nel presente o fare previsioni affidabili.

Nella vita di tutti i giorni la geologia è necessaria a capire i meccanismi di terremoti, frane, alluvioni, eruzioni vulcaniche e, quindi, per prevenire i pericoli e migliorare la nostra sicurezza. Dialoga con l’ingegneria civile nella progettazione di edifici e infrastrutture: strade, gallerie, dighe. Si occupa delle georisorse e del loro utilizzo sostenibile: acqua, ma anche metalli, minerali e rocce.

 

Secondo il suo punto di vista, a che punto è l’istruzione italiana sui temi legati alla geologia e alla tutela ambientale? Quanto è importante arrivare nelle scuole?

La geologia è sicuramente meno presente nei programmi scolastici rispetto ad altre discipline scientifiche. La scuola e i giovani sono essenziali. Non solo abbiamo bisogno di far crescere persone consapevoli, ma anche di avere futuri professionisti preparati ed orientati alla sostenibilità. Il lavoro e l’innovazione green sono sempre più una grande opportunità.

 

Alluvioni, siccità, inondazioni, nubifragi e terremoti. Sono legati al rapporto dell’uomo con l’ambiente? Possono essere prevenuti?

L’Uomo ha modificato l’ambiente, a cominciare dalla quantità di gas serra in atmosfera, e gli effetti sono sempre più evidenti: riscaldamento globale, incremento di eventi estremi come alluvioni o ondate di calore, innalzamento del livello marino, riduzione dei ghiacci, siccità e avanzata dei deserti sono tra i più noti.

La prevenzione di lungo termine sarebbe l’allinearsi alla richiesta degli scienziati di limitare il riscaldamento globale. A livello più locale si può prevenire attraverso opere di difesa, miglioramento delle previsioni, buona pianificazione del territorio che eviti l’esposizione ai pericoli e limiti la perdita di suolo naturale. È molto importante ed efficace aumentare la consapevolezza e l’attenzione delle persone.

 

È possibile parlare di geologia ad un pubblico inesperto riscontrando interesse e stupore senza perdere il rigore scientifico che guida invece la ricerca e la divulgazione da parte del mondo accademico?

È quello che chiediamo agli organizzatori dei Geoventi che provengono in parte all’ambito accademico e della ricerca, in parte sono animatori e divulgatori che operano in diversi settori scientifico-culturali: si crea così una bellissima contaminazione tra i linguaggi degli uni e degli altri.

 

C’è spazio per innovazione e tecnologia nel vasto mondo delle geoscienze? Come possono legarsi insieme?

C’è molta tecnologia. Ad esempio i satelliti ci sorvolano e restituiscono una radiografia della Terra, globale e di grande dettaglio. Dallo spazio si misurano ad esempio gli spostamenti delle frane, arrivano dati sui pericoli naturali, dalle alluvioni ai movimenti del suolo dovuti ai terremoti: si osserva persino la qualità delle acque. C’è poi anche molta innovazione nello sviluppo di sensori che trasmettono in tempo reale dati ambientali e dialogano attraverso la tecnologia dell’Internet delle Cose, così come negli strumenti di rilievo che producono rappresentazioni 3D digitali ad alta risoluzione di varie parti del Pianeta Terra, in superficie o nel sottosuolo.

 

Come si fa a proporre un’iniziativa che rientri all’interno del calendario eventi della Settimana del Pianeta Terra? Che caratteristiche deve avere?

Proporre un Geoevento è semplice: basta registrarsi su www.settimanaterra.org e compilare un modulo di iscrizione online. In genere raccogliamo le proposte tra maggio e luglio. Il Geoevento deve narrare una storia scientifica, trasmettere un’esperienza, coinvolgere emozionalmente, incuriosirlo. Appassionare alla scienza.

Scritto il 23-09-2021

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