Geco For School | Percorso di Green Education
Quando si parla di energie alternative, fonti rinnovabili e in generale di come produrre energia senza generare emissioni dannose per l’ambiente, si pensa normalmente all’energia solare e a quella eolica, le “superstar” delle fonti rinnovabili. C’è però un altro tipo di energia che promette eccellenti sviluppi per il futuro e che potrebbe contribuire significativamente alla creazione di economie circolari davvero funzionali, se correttamente sviluppata e impiegata. Stiamo parlando dell’energia da biomassa, ovvero quella che si produce naturalmente dalla materia organica. Vediamo insieme di cosa si tratta!
La materia organica… siamo tutti noi. Tutte le piante e gli animali, tutto ciò che ha un ciclo vitale si definisce materia organica. L’energia che “alimenta” tutto il nostro pianeta, ovvero quella solare, viene assorbita dalle piante nel processo della fotosintesi clorofilliana. Gli animali erbivori, che si nutrono di quelle piante, acquisiscono energia nel cibarsene. In questo modo l’energia risale la catena alimentare, venendo continuamente trasformata. Cosa accade alla fine di questo ciclo? L’energia permane in quella che chiamiamo “biomassa”, ovvero nei rifiuti animali e negli scarti di piante morte che vengono prodotti naturalmente nel ciclo vitale del pianeta.
Bruciare la biomassa rilascia diverse sostanze, che possono essere incanalate e utilizzate per produrre energia senza ricorrere ai combustibili fossili, le cui riserve sono limitate e la cui estrazione è fortemente contaminante per il pianeta.
In una centrale a biomassa, i rifiuti che costituiscono il combustibile (letame, residui forestali, scarti agricoli, scarti di legno provenienti da segherie e altri tipi di lavorazione, etc) vengono lavorati e compattati per poi essere bruciati. Il calore della combustione fa evaporare l’acqua di un circuito termodinamico. Il vapore, circolando all’interno di apposite caldaie e va ad attivare una turbina collegata a un generatore elettrico.
Tutto questo processo prevede una serie di passaggi intermedi fatti per ridurre le emissioni di anidride carbonica che inevitabilmente vengono prodotte da qualsivoglia tipo di combustione. Questo è solo uno degli utilizzi possibili della biomassa: i processi di decadimento della materia organica possono essere utilizzati anche per produrre biogas e metano.
Il primo e ovvio vantaggio dell’energia da biomassa consiste nel fatto che i “combustibili” che la generano sono rinnovabili (ci saranno sempre rifiuti agricoli e scarti vegetali o animali, come il letame) e quindi il suo utilizzo riduce la nostra dipendenza dai combustibili fossili. Inoltre, questo tipo di energia si considera neutrale dal punto di vista della produzione di anidride carbonica, nel senso che quella che viene prodotta non è eccessiva rispetto alla portata dell’energia prodotta. Di fatto, si tratta di quella stessa anidride carbonica che le piante alla base della catena alimentare avevano immagazzinato dall’atmosfera. La CO2 rilasciata quando si bruciano combustibili fossili, invece, è “nuova” nell’ambiente, perché viene da materiali che sono rimasti sotto terra per milioni di anni.
Utilizzare gli scarti per produrre nuova energia, inoltre, è un ottimo modo di creare economie circolari, soprattutto perché permette lo smaltimento sicuro di rifiuti altrimenti complicati da gestire, come le carcasse di animali. Si riducono così non solo gli sprechi, ma anche i costi di smaltimento dei rifiuti organici.
Per quanto meno dannosa per l’ambiente di quella prodotta con combustibili fossili, l’energia da biomassa non è una panacea e non è priva di problemi e controindicazioni. In primo luogo non la si può considerare completamente “pulita”, perché, soprattutto nel caso degli scarti di legno, immette comunque nell’atmosfera sostanze che possono essere dannose.
Inoltre, questo tipo di energia conviene se è prodotta con scarti, ma se si intraprendono coltivazioni con il solo scopo di produrre combustibile per le biomasse, si causano comunque gravi sprechi di risorse, poiché la coltivazione richiede acqua ed energia.
Infine, il rendimento di questo tipo di combustibili è inferiore e quindi ancora relativamente poco competitivo, su grande scala, rispetto ai combustibili fossi e anche alle altre fonti rinnovabili.
Scritto il 01-07-2021