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Un hub che contrasta gli sprechi alimentari: lo troviamo a Milano

Lo spreco alimentare è uno dei grandi paradossi e dei grandi problemi del nostro tempo. Da un lato il pianeta fa i conti con un impoverimento sempre più rapido delle risorse naturali, che mette a rischio la possibilità per intere comunità di avere accesso ai beni primari necessari alla sussistenza. Dall’altro il ricco e ignaro occidente – che pure contiene devastanti sacche di povertà – spreca ogni giorno tonnellate di cibo che potrebbe essere consumato. Una redistribuzione e una gestione più accorta delle risorse alimentari potrebbero risolvere moltissimi problemi in termini di sfruttamento del pianeta, migliorare le condizioni di vita di intere comunità e alleggerire il peso che grava sui sistemi di smaltimento dei rifiuti. Per anni, gli attivisti hanno lamentato questa grandissima lacuna gestionale e sociale, rimanendo per lo più inascoltati. Da alcuni anni a questa parte, finalmente, sembra che qualcosa si stia muovendo e che ci sia aria di cambiamento. Anche in Italia.

 

L’esempio di Milano

Una delle città che si sono impegnate attivamente nella lotta allo spreco alimentare è Milano, che con il protocollo ZeroSprechi, firmato nel 2016 dal Comune insieme ad Assolombarda e al Politecnico di Milano, ha individuato come obiettivo centrale la riduzione degli sprechi e il recupero e la redistribuzione degli alimenti in eccedenza. Tramite reti locali di quartiere, i generi alimentari che rischiano di essere sprecati possono essere recuperati e distribuiti a chi ne ha bisogno con l’aiuto delle Onlus operanti sul territorio. Un progetto del genere, naturalmente, richiede uno sforzo organizzativo e logistico complesso per la gestione dello stoccaggio e dello smistamento, oltre che della valutazione degli alimenti che vengono raccolti. Sono molti i partner che si sono uniti nella gestione del nuovo hub contro gli sprechi alimentari, aiutando a finanziare il progetto, fornendo risorse per la conservazione e il trasporto degli alimenti e creando sinergie con progetti simili come il Programma QuBì, che nasce per combattere la povertà infantile.

 

Come funziona l’hub milanese contro lo spreco alimentare

Ogni giorno, le eccedenze di cibo provenienti da supermercati e mense aziendali vengono raccolte e accumulate, se necessario all’interno di una cella frigorifera, all’interno della struttura principale dell’hub. Si tratta di alimenti di vario genere, dal fresco al secco, dalle verdure al pane, dal crudo al cucinato. L’hub provvede poi a ricombinare l’offerta per creare pacchi alimentari dall’offerta il più possibile completa e bilanciata dal punto di vista delle qualità nutritive. Le Onlus che provvedono alla redistribuzione possono poi andare a ritirare il cibo direttamente presso l’hub: sono loro infatti che si incaricano di farlo arrivare a chi ne ha bisogno, mettendo in campo la propria esperienza sul territorio e quindi la capacità di individuare e monitorare le situazioni di necessità.

 

Un esempio da seguire

Quello di Milano è un esempio perfetto di come la società possa regolarsi per venire incontro ai bisogni dei gruppi di cittadini più fragili o svantaggiati, senza bisogno di accedere a nuove risorse (quindi esercitando un’ulteriore pressione sul sistema produttivo e contribuendo ad aumentare le emissioni), ma redistribuendo in modo oculato quelle già esistenti. Ridurre gli sprechi non è solo un vantaggio: dovrebbe essere un dovere civile.

 

 

Scritto il 23-04-2021

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